Naturale aggressività femminile
Dell’aggressività femminile in gravidanza non si parla molto, o almeno non in termini positivi o come di un’emozione naturale anche in questo periodo.
Eppure la nostra natura ciclica fa sì che in noi non esistano solo emozioni considerate positive e accettabili, come gioia, speranza, o un naturale senso di accoglienza, ma esistono anche rabbia, frustrazione, aggressività, terrore e molto altro.
Conflitto interno in gravidanza e depressione post partum
Spesso sembra che le donne debbano per forza sentirsi felici di aspettare un bambino e che non ci sia molto spazio per manifestare sentimenti di altra natura, sentendosi comunque comprese e accettate.
Questo può dar vita in loro a un conflitto interno tra desiderio e rifiuto della maternità e causare uno straziante senso di colpa che gli altri, la cultura, la morale, la religione e tutto ciò che dovrebbe dare sostegno potrebbe addirittura appesantire o condannare.
In questa situazione una donna può sentire di dover stare in silenzio e persino di doversi mostrare serena quando non lo è.
Può accadere che le donne portino avanti la gravidanza nascondendo il naturale conflitto che le pervade, dovuto proprio a una sensazione di contrasto alla gravidanza stessa, anche quando questa è stata desiderata e cercata.
Questa sensazione emotiva inespressa genera, come già detto, un senso di colpa che, dopo il parto, può anche causare tristezza e depressione post partum.
La lotta per la sopravvivenza
Secondo la micropsicoanalisi di Silvio Fanti, la relazione fra il feto e la madre consiste fin dall’inizio in una specie di guerra psicologica dove entrambi combattono per la sopravvivenza.
Sembra che l’embrione sopravviva attraverso un’invasione parassitaria cannibalica del corpo materno. Infatti l’ambiente uterino della madre reagisce non solo cercando di accettarlo, ma anche cercando di annientarlo e di rigettarlo.
Lo studioso Silvio Fanti osserva che “le prime reazioni della madre per il suo bambino sono tentativi di rigetto”.
Sembra che questo sia un aspetto della legge di natura (che può apparire spietato) che ha una sua eco nella psiche della madre.
Involontario rifiuto della gravidanza
In sintesi, il conflitto interno di cui stiamo parlando consiste in un emergere involontario di fantasie, sentimenti e pensieri di rifiuto della gravidanza, nonostante la si sia cercata e desiderata a livello di coscienza e si desideri portarla a termine.
Secondo il mio sentire è molto importante che una donna abbia la possibilità di riconoscere e accettare questo conflitto interno, prima di tutto con se stessa: questa aggressività è fisiologica e naturale.
Sarebbe utile anche poter esprimere questo sentire in ogni modo possibile: per esempio scrivendo, o parlando con qualcuno che possa accogliere e dare empatia senza giudicare.
Questo può avere effetti molto positivi sulla gravidanza, sulla mamma e sulla relazione col prenato.