Oggi sappiamo che i neonati sono tutt’altro che una “tabula rasa” priva di informazioni come si credeva un tempo. Al contrario, nascono già con 9 mesi di esperienza alle spalle e con numerose competenze. Scopriamo assieme il comportamento del neonato.
Il neonato e le sue competenze
Prima di tutto possiamo dire che i neonati sono già capaci di controllare in parte il proprio comportamento per adattarsi e rispondere al nuovo ambiente in cui sono immersi.
Inoltre comunicano attraverso il loro comportamento, che è un linguaggio razionale, anche se non sembra così. Non solo rispondono al mondo esterno (come ad esempio il volto dei genitori), ma fanno anche dei passi per controllare il loro ambiente (come ad esempio piangere per ottenere una risposta dai prestatori di cura).
I neonati sono organismi sociali, individui con le loro proprie e uniche qualità, capaci di plasmare, come di essere plasmati dal loro ambiente.
Le fasi di sviluppo dei neonati
Dopo la nascita i bambini devono affrontare quattro fasi di sviluppo vitali per la loro crescita, ognuno può avere bisogno di maggiore supporto in alcune di esse.
1) Prima di tutto i neonati devono imparare a regolare il loro respiro, la loro temperatura e il resto del sistema nervoso autonomo, che deve funzionare bene prima che possano concentrarsi su altre aree di sviluppo.
Ad esempio neonati a rischio impiegano la maggior parte della loro energia cercando di mantenere i loro sistemi autonomici, quindi non possono focalizzarsi su altre aree di crescita; immagini e suoni possono affaticarli, così guardare il viso della madre può disturbare il loro respiro, o i rumori possono scatenare dei tremori.
2) I neonati si sforzano di controllare il loro sistema motorio. Infatti inibire movimenti casuali permette al neonato di indirizzare la propria energia su altri campi di sviluppo vitali per la crescita.
Se il bambino ha difficoltà in questo campo possiamo aiutarlo fornendogli tutto il contatto fisico necessario per assestarsi, come abbracciarlo, contenerlo, fasciarlo.
3) Non appena il neonato riesce a gestire il proprio comportamento motorio, è pronto per affrontare la fase successiva nella sua agenda di sviluppo: la regolazione dello “stato”.
Lo stato è un concetto chiave nello sviluppo e descrive i livelli di coscienza che possono variare dal sonno tranquillo al pianto. (Vediamo insieme tutti gli stati comportamentali nel prossimo paragrafo).
4) Infine, quando i sistemi autonomici, motori e gli stati sono in equilibrio, il neonato è pronto per l’interazione sociale.
Stati comportamentali del neonato
Appena nati i nostri cuccioli attraversano 6 stati comportamentali nell’arco della giornata, che può essere importante conoscere per comprendere a fondo i segnali che ci inviano.
Infatti nei primi tempi è utile che siamo noi ad adattarci al bambino e non viceversa, per andare incontro ai suoi bisogni e aiutarlo nell’adattamento alla vita post natale.
Se riusciamo a decifrare bene i suoli segnali, sarà più facile individuare i momenti giusti per fare ogni cosa: mangiare, giocare, dormire.
1° stato: Sonno profondo
Il bambino dorme immobile, col viso rilassato, gli occhi chiusi, il respiro lento e regolare; se anche c’è un rumore mediamente forte nella stanza non si sveglia. E’ la fase del sonno in cui solitamente possiamo spostarlo senza svegliarlo.
2° stato: Sonno attivo
La respirazione è irregolare e superficiale, potrebbero esserci movimenti del corpo e del viso, come sorrisi e ammiccamenti. Il neonato può svegliarsi con facilità ed è reattivo anche agli stimoli di bassa intensità. E’ la fase in cui si sogna, o fase REM.
3° stato: Dormiveglia
Stato di transizione tra sonno e veglia, sia durante il risveglio, che durante l’addormentamento.
Ad esempio dal sonno attivo si passa al dormiveglia, il bambino presenta attività fisica minima, respiro irregolare, occhi che si aprono e si chiudono ed è difficile capire se sia sveglio o addormentato.
Questa fase può essere il momento di transito verso un’altra fase di sonno attivo, o verso il risveglio completo, cercate di capire che cosa vuole fare il vostro piccolo. Potrebbe anche riprendere sonno da solo, se non è sollecitato da stimoli diretti o indiretti
4° stato: Veglia tranquilla
Se si sveglia, si trova ora in fase di veglia tranquilla, gli occhi sono aperti e attenti, alla ricerca di uno sguardo, fa movimenti finalizzati, ha il viso rilassato e può imitare le espressioni dei genitori. Emette dei suoni, reagisce agli stimoli e il respiro è regolare. E’ la fase ideale per essere massaggiato, per interagire con gli altri, per essere stimolato attraverso il gioco e per essere allattato.
Quando è molto piccolo questa fase dura poco, ma aumenta con la crescita.
5° stato: Veglia attiva
Il piccolo si muove in modo scoordinato, può fare degli scatti, può avere il corpo e il viso contratti, gli occhi sono aperti ma ”distratti”, il respiro è irregolare, il bambino è agitato, dà segnali di insofferenza e comunica un bisogno di cambiamento. Non è facile interagire con lui, in quanto il segnale che ci dà è quello di trovare urgentemente un nuovo equilibrio.
6° stato: Pianto
E’ la fase che indica che sono stati superati i suoi limiti di adattamento, il bambino deve essere accudito urgentemente da chi si prende cura di lui.
Allenarsi a rispettare il tempo del bambino
Come abbiamo detto in precedenza, può essere molto utile osservare e rispettare i cambiamenti di stato dei nostri piccoli: così sarà più semplice capire quando proporre qualsiasi attività, rispettando il tempo del bambino invece che imporre qualcosa solo dall’esterno.
Mi è capitato spesso durante il mio lavoro con le famiglie di vedere che a volte, senza volerlo, è facile che non vengano rispettati questi spontanei cambiamenti di stato: ad esempio, quando il bambino apre gli occhi, tendiamo a stimolarlo subito, magari anche solo rivolgendogli la parola, dando per scontato che sia sveglio del tutto e pronto per essere stimolato.
Invece, se proviamo a rispettare la sua transizione naturale, potrebbe anche riaddormentarsi spontaneamente, oppure comunque avere bisogno di un tempo nel silenzio, senza stimoli, di dormiveglia, prima di svegliarsi del tutto e passare a un altro stato.
Questo tempo a volte può durare anche 20 minuti ed è diverso per ogni bambino e per ogni situazione.
Io invito sempre i genitori a provare a osservare e rispettare questo tempo quando è possibile e i risultati sono sorprendenti: i bambini vengono accompagnati dolcemente verso l’autoregolazione piuttosto che verso l’imposizione di ritmi esterni.